domenica 9 giugno 2024

Amori Oscuri: vol. IIII - La fenice

 Era perfetto con i suoi difetti e problemi. Per me lo era veramente...e poi sono caduta nella tana del bianconiglio.

Il mondo: rivoltato sottosopra. Caduta libera in uno spazio -tempo senza leggi fisiche, senza indicazioni, senza controllo. L'anima si frantuma in schegge di paura che avvelenano il cuore; e poi il buio, il nulla, il vuoto: adesso cosa faccio?

Sopraffazione.

Voglio gridare ma non esiste suono in questo luogo. 

Voglio piangere ma non mi sono rimaste lacrime.

Voglio muovermi ma non sono più sostanza.

Voglio respirare per sentire di nuovo la vita e la libertà, ma soffoco.

Voglio sentire di nuovo il calore nel mio cuore, ma si è spento.

Voglio vedere ancora una volta a colori e lasciarmi meravigliare ancora, ma ormai i miei occhi bruciano.

Voglio pregare con fede, ma non è sopravvissuto alcun dio.

Voglio sentire ancora la sete e la fame, ma la scintilla è troppo fioca.

Voglio trovare dentro di me la forza ancora una volta, ma le ferite sono troppo gravi.

Voglio ritrovare il mio canto, ma il diaframma è spezzato.

Voglio ricomporre la mia anima, ma ormai i pezzi sono perduti.

Non c'è più nulla che possa essere corretto o aggiustato. L'unica cosa che resta da fare è bruciare tutto e rasarlo al suolo. 

E così dalle ceneri potrò rinascere.


martedì 6 giugno 2023

Amori Oscuri: vol. III - giardino di corvi

 Il mio cuore è ora mio nemico sanguinario e dinnanzi in ginocchio lo prego di desistere... Lui lo vuole lo cerca, ma l'oggetto del suo desiderio se n'è andato, lasciando la porta aperta ma voltando le spalle senza alcuna traccia. E così quella perfetta connessione tra anime che insiste a distanza di galassie e ghiacciai si trasforma in una tumultuosa tempesta che irrompe nel sonno, che trascina nel fondo dell'Oceano oscuro e rende tutto il resto insulso. 

Polvere, polvere, polvere.  

Questo tengo ora tra le mani: cenere e carboni ardenti che mi bruciano la carne senza uno scopo. 

Gelide lame che spezzano il fiato questi lunghi silenzi, tanto improvvisi che hanno ingannato il mio battito di ciglio, occhi contro cui stavo lottando con tenacia. Ma ora con argentei fili nella mente, non ho più forze e soccombo in questo giardino di corvi sotto il desiderio del mio cuore più forte e determinato della mia mente.

Sono preda inerme davanti all'intensità della fiamma che ancora viva alla finestra segnala la strada di ritorno immaginandosi un faro nella notte. Ma altro non è che fragile illusione di cristallo. 

Lasciatemi qui tra le ninfee a sognare uno specchio d'acqua limpido ed infinito, lasciatemi illudere di avere il canto di una sirena, lasciatemi sentire la speranza che brucia inesauribile dentro di me.. perché seppur fantasia, è sempre meno grave delle bugie che raccontate. 

Ed eccomi presto a chiedermi quale sarà il mio ultimo respiro? Che sapore avrà? Mi renderò conto che è esattamente quello? 

E divampa in me ancora più ardore, perché la vita va vissuta in ogni sfumatura e non un secondo del presente va sprecato.

mercoledì 24 maggio 2023

È più facile scappare.

Ebbene sì quando il gioco si fa duro i duri...scappano! 

Dite che mi sono confusa e non è così il detto? Niente paura vi illustro subito lo schema. 

Si presume che un duro, si lanci nel gioco e mostri il meglio di sé. E in effetti è così ma il "VERO" duro, quello che all'apparenza non diresti mai duro, quello che soffre, affronta, scavalca, e combatte la sua mente anche se tutto razionalmente lo invita a lasciare, a non faticare.

Oppure a furia di farsi le ossa ha imparato a stare nel flusso e affrontare ciò che viene al meglio delle sue capacità senza fare resistenza e senza cedere a speculazioni mentali dettate dalla paura. Ma soprattutto non sfrutta queste esperienze per pavoneggiarsi con il primo che passa ad ogni occasione.

Quindi non è bello ciò che appare, e non tutto ciò che luccica è oro. 

E la vita è così è sempre un bivio tra ciò che sentiamo e le paure che ci sfidano per dare modo a noi stessi di dimostrare la nostra tenacia forza e talenti vari. 

È nella condizione di massima pressione che nasce un diamante, e dalla melma i fiori di loto... Sono massime perché hanno della saggezza indiscussa in sé. 

Quindi, chiediamoci:

"quanto forza di volontà ho di agire seguendo il cuore?"

"Sto chiudendo una porta per lasciare andare, perché è tempo di cambiamento, perché questa esperienza non mi porta più bene, guadagno e crescita, oppure sto scappando da qualcosa ascoltando la mente, le paure o l'esperienza altrui?"

"Da cosa voglio scappare? Cosa voglio evitare? Cosa succederebbe se invece di evitare questa esperienza, mi permettessi di viverla?"

Cosa succederebbe se invece di scappare ed opporre resistenza, accettassimo la sfida di seguire il flusso degli eventi e il battito del nostro cuore? A chi è già capitato di non cedere alla tentazione di allontanarsi dal proprio sentire, le mie parole saranno una conferma... Ma chi insiste a procedere cercando di accontentare gli altri, le regole e gli usi convenzionali senza una ragione propria, una motivazione individuale e profonda, per paura di rimanere solo ed escluso, soffrirà molto di più avendo bistrattato e oltraggiato il proprio intuito che come ultimo scopo ha portarci alla nostra realizzazione, armonia e felicità.

Ebbene sì, il nostro cuore è la sede della nostra Anima, ed essa ha solo voglia di evolversi e splendere, ma può farlo solo se lasciata esprimere per quello che veramente è: una luce pura di origine comune alle altre ma unica nella sua individualità. 

La nostra Anima è un'istanza dentro di noi, un pezzo che ci compone, noi siamo la nostra Anima. Se quindi siamo lei abbiamo anche il suo talento di splendere; se non brilliamo non è colpa di nessuno... Semplicemente non abbiamo ancora accettato di farlo, non ci permettiamo tale libertà per via di paure e costrutti mentali. 

Ciascuno ha le proprie ragioni, ma per volare liberi come una farfalla bisogna avere il coraggio di farlo il prima possibile perché non sappiamo quanto tempo durerà questo dono in questa versione di noi. E non si può volare se prima non si striscia un po' come un bruco e ci si fa il callo nella crisalide... Sono tutte tappe evolutive per apprendere di avere delle ali, conoscere la loro grandezza colore e forma e imparare ad usarle, un po' goffamente all'inizio... Con delle pause frequenti per comprendere il cambiamento... E poi librarsi per


chilometri impavidi. E così sì, che volando il nostro percorso, non saremo mai soli perché attireremo a noi i nostri simili e l'abbondanza che rispecchierà la nostra ricchezza interiore e che ci nutrirà come nulla prima.

lunedì 12 settembre 2022

Il condizionato ego

Parliamo un po' del nostro amico Ego, e di come interagisce con i doveri di cui ci facciamo carico, vi va?

Questo nostro benedetto Ego, senza ironia perché è grazie ad esso che l'istinto di sopravvivenza riesce a funzionare. Certo lo additiamo sempre con l'onta del peccato e del demonio. Poveretto che nulla ha fatto oltre essere uno strumento a nostra disposizione: il trucco sta nell'usarlo e non farsi usare da esso. 

Ma ho parlato anche di doveri... E cosa c'entra l'ego che vediamo così incentrato sempre solo sui suoi bisogni, con impegni che spesso sono un peso e si fanno anche per il benessere altrui? 

Ebbene sì, vi entra in pieno e con entrambe gli scarponi (perché al momento me lo immagino come un adolescente ribelle con la felpa lunga scarponi slacciati un po' emotivo ma cerca di nasconderlo).

I doveri diciamocelo, ce li scegliamo noi perché tutto è sempre accettato se lo facciamo anche se ce ne lamentiamo. Abbiamo sempre la possibilità di rifiutare, se non lo facciamo avremo fatto i nostri calcoli sui costi conseguenti...e decidiamo che costa meno accettare probabilmente. 

Ma tutte queste responsabilità che accumuliamo come una collezione di figurine.. che effetto hanno? 

Certamente se lavoriamo sull'accettazione e la consapevolezza che è tutta farina del nostro sacco.. potremmo essere a buon punto e vivere con più equilibrio e meno frustrazioni. 

Ma non è così semplice vero? O meglio...semplice e lineare forse anche sì, ma non semplicistico... Inutile mentire tanto lo sappiamo tutti: rimbocchiamoci le maniche, olio di gomito...e tanta pazienza nei nostri confronti!

Ed ecco perché secondo me ne vale la pena.

Tutti questi impegni di cui ci carichiamo lo zaino ci pesano sulle spalle, irrigidiscono il collo, magari ci viene anche il mal di testa per quelle che ci preoccupano di più. Ci comprimono e fatichiamo a respirare, e senza un giusto respiro è facile perdere la centratura in noi. Da qui poi cadiamo rapidamente nella tana dell'ego e lo attiviamo. 

Per compensare questo peso, Ego cerca di convincersi che è indispensabile per questi doveri, e così anche noi ce ne convinciamo. Arriviamo al punto di dire che "non possiamo dire di no perché siamo noi la chiave indispensabile" di quel dovere, come se dovesse esplodere il mondo per esserci astenuti. 

Ma non finisce qui, perché una volta dato il timone in mano a Ego, si va proprio alla deriva se non lo si guida.


Quindi dopo esserci fissati che solo noi possiamo farlo e solo in un determinato momento e con cadenza ritmata, si attiva anche la necessità del feedback - indispensabile ad Ego per vivere felice. E così cerca risultati materiali: approvazioni, elogi e vedere la ricompensa del suo impegno. Ma questi faticano ad arrivare da soli, se non partono da noi e rassicuriamo Ego. 

(Ma come detto, abbiamo messo lui a guidare la nave e ce ne siamo andati a fare un pisolo sottocoperta.)

Non c'è da meravigliarsi se a questo punto Ego soccombe all'insicurezza e diventa molto impaziente: inizia a demandare a tutti dei risultati immediati, evidenze di successo. Più queste rallentano più ne chiede; e più ne chiede più rallentano. 

Quindi riassumendo: noi stiamo dormendo sottocoperta; ego è al timone ma nessuno lo guida, quindi in preda a paure ed insicurezze inizia a perdere il controllo della nave; nessuno interviene... Siamo destinati a schiantarci contro le rocce prima o poi se non togliamo questo pilota automatico fuori controllo. Se non interveniamo, finiremo solo ad allontanarci dal flusso, dalla sincronicità, dalla nostra anima e quindi dalla nostra realizzazione.

Infatti, in questo mare tempestoso non c'è spazio per l'autostima. Non ci sono le condizioni atmosferiche perché questa sia nutrita e cresca forte, perché per crescere deve appoggiarsi su una base solida: la centratura.

Responsabilità o ego? Dobbiamo osservare con quale atteggiamento scegliamo ogni giorno i nostri impegni.

lunedì 22 agosto 2022

"omnia vincit amor et nos cedamus amori"

cit. Publio Virgilio Marone (Bucoliche X, 69).

L'amore...ah, amore amore.. 
Tanto se ne parla, si festeggia, si scrive sui muri...
Ma tutte queste azioni con che scopo vengono intraprese? Per essere dimostrato?

Suona così nobile e cavalleresco... Peccato che i cavalieri basavano l'onore sul numero di cadaveri che lasciavano al proprio passaggio per un motivo sempre incentrato su lotte di potere.

Ebbene sì, la vedo così. L'Amore quello vero con la maiuscola, quello incondizionato e che fa sentire bene e in pace, non va dimostrato, non è una cosa materiale. Va sentito e vissuto. Punto.

Chi chiede dimostrazioni, purtroppo è caduto vittima di questa società odierna che ti vuole insicuro e influenzabile. 
Chiedere prove materiali di un'energia pura ed eterea come l'amore, è come chiedere ad un pianista di tradurre le note che suona in un testo descrittivo con delle parole. 

È assurdo perché c'è un limite naturale di base...sono due mondi differenti che comunicano con modi e logiche opposte, su livelli differenti dell'esperienza umana. Per la musica è risaputo e accettato comunemente... Nessuno infatti va chiedendo in giro di tradurre una musica in parole, sarebbe considerato anormale. 
Eppure sull'amore ci abituano all'idea che sia normale chiederne delle evidenze materiche.

Lo trovo dissonante ed incoerente, voi no?

Prima di continuare col mio sproloquio sull'amore, prendo in prestito le riflessioni di Igor Sibaldi per analizzare il contesto etimologico delle parole Amore e Love.  


Amare 
sull'etimologia di questo verbo ci sono più teorie: il verbo amare risale alla radice indoeuropea ka da cui (c)amare cioè desiderare in maniera viscerale, che coincide con la parola sanscrita "kama" tradotta come desiderio, passione, attrazione. Inoltre, rimanendo in tema, c'è una somiglianza anche con il termine greco "mao" che significa desidero.  
In latino il sentimento veniva ben distinto in due concetti: "amor" che indica un'attrazione esteriore, viscerale e materiale; "diligere" che presuppone un'attrazione mentale, razionale, spirituale, cioè scegliere, desiderare come risultato di una riflessione.

Love 
deriva dall'inglese antico "lufu", connesso con l'antico germanico "luba"; il tutto si ricollega al latino libēre, originariamente lubēre e cioè dare piacere/fare contento.


Già questa differenza denota una base energetica sociale con cui cresciamo, un concetto subcosciente che ci plasma sin dal concepimento.

Ma non siamo mai condannati: condannato è chi sceglie di ignorare e deficere, chi non si permette di chiedere ed indagare. Solo acquisendo conoscenza siamo in grado di scegliere i nostri valori e il nostro percorso.

Dunque tornando all'amore - quello con la radice "liv-/lib-" - ci inoltriamo in quella che è la massima espressione di questa energia pura e creatrice. 

L'amore non chiede, l'amore dà. 
L'amore non si aspetta qualcosa, l'amore accetta ciò che arriva per quello che è senza porre dei limiti o richiedere requisiti.
L'amore non ha nulla da perdonare agli altri, perché sa che ciò che lo infastidisce è un riflesso di sé. Perciò perdona se stesso per la rabbia e i propri limiti, dandoti pace e tolleranza per l'avvenire, stimolando l'autostima.
L'amore non sente mancanze, quello è l'ego che ci dà indicazioni su bisogni e prefenze (per fortuna almeno sviluppiamo un po' di individualità per esprimere al meglio i talenti e colorare il mondo di diverse sfumature - se no che noia, tutto uguale). 


L'amore non necessita fedeltà, non prova gelosia, non sente il bisogno di paragonarsi per darsi un valore. Il valore è un concetto così materiale, serve per dividere e selezionare; mentre come detto sopra, l'amore non distingue e accetta ogni cosa per quella che è nella sua particolarità, si dona ad essa senza aspettarsi nulla in cambio.
Vive nel rispetto della libertà di tutto e tutti.
Sicuramente non concepisce le offese né i contratti o la burocrazia: sono mondi ignoti, estranei e remoti per esso, ma non li rifiuta per questo anzi accetta di coesistere con loro.

L'amore è oltre l'ego, non chiede una fidelizzazione che imprigiona e limita. Possiede ali troppo grandi per essere legato e una compassione talmente pura incapace di prevalere sulla realizzazione altrui.
L'amore è libero e gratuito, senza prezzo perché non è valutabile; è immateriale, è spirituale.
L'amore incondizionato e disinteressato non costa a nessuno, non crea perdite nel bilancio né lacune energetiche perché è pura creazione attiva che si autoalimenta.

L'amore non fallisce perché non persegue guadagni.

L'amore non necessita di essere ricambiato, non ha bisogno di un sostegno per vivere: è lui la vita stessa. Ed è per questo che vince su tutto, e noi tendiamo ad esso come per una forza magnetica. 

Ma per poterlo praticare, bisogna prima coltivarlo dentro di sé per sé.

Tu ti basti? Ti ami? Sei in grado di amare? Amare veramente nel rispetto delle scelte altrui senza aspettarti nulla, con libertà e gratuitamente? 

"Sii tu il cambiamento che vuoi vendere nel mondo" cit. Gandhi.



# Riparto da me.




martedì 7 dicembre 2021

Dolceamara Frustrazione

A ognuno capita di scontrarsi con e le persone che ha intorno. Con alcuni per niente o meno, e sono le persone con cui si hanno rapporti meno stretti per lo più. Invece, ci scalfiscono molto più nel profondo le discussioni avute con chi si ama. 

Proprio in quest'ultimo caso, cadiamo preda incoscienti dei nostri stessi impulsi di rabbia che proiettiamo fuori di noi. Avviene così che per trovare la ragione della nostra stessa agitazione ci focalizziamo su atteggiamenti e parole altrui, e su base di questi diamo una forma al nostro malessere tanto da trovargli anche un nome e un cognome. 

Eppure, volendo guardare oltre il velo, aprendo il Cuore a noi stessi, potremmo scorgere che la ferita pulsante e sanguinante che sta disturbando la nostra quiete non è in superficie; è il momento di accorgersi che si tratta di un'emorragia interna e profonda dovuta ad una frustrazione personale, e non siamo vittima di nessuno all'esterno di noi. 

Se Psiche non segue il consorte Eros, troppo impaurita dalle regole della glaucopide Atena, il suo volto inizierà ad invecchiare, indurirsi ed ingrigire. Così si ha che se non ci permettiamo di vivere ciò che il Cuore sogna, per limiti che nella mente ci imponiamo - che siano paure oppure regole - nasce in noi questo doloroso senso di costrizione. 

Sono le nostre istanze interne che decidono come contenere i nostri impulsi di gioia e vitalità.

Le paure altro non sono che illusioni, poiché dall'altro lato della medaglia c'è il 50% delle possibilità che avvenga un successo, siamo noi che decidiamo di ignorarlo, e focalizzarci solo sull'oscurità che ci tarpa le ali. 

Mentre, riguardo al rispetto delle leggi esterne, ebbene se fossero leggi che riconosciamo giuste non dovremmo neanche considerare il concetto di "seguirle", sarebbe nostra espressione naturale; trovo che nel momento in cui le viviamo come doveri e costrizioni, limitanti quindi la nostra libertà d'espressione, è avvenuto che il Cuore non le riconosca più come autentiche e piuttosto le percepisce come austere e sorpassate. 

Sicuramente per la nostra amica Psiche, non è semplice affrontare questa pulsione negativa interiore, in qualche modo deve cercare di sopravvivere. Ella è giovane e ancora non ha tutti gli strumenti che le permetterebbero di gestire e assumersi le responsabilità senza vivere l'evento come un'auto-lapidazione intrisa di colpe. Per affrontare questo è necessario un percorso di crescita interiore. Dunque, ancora ingenua ed inesperta "vomita" tutto fuori. Riflette sugli altri come su degli specchi, per condurre la propria mente (che mente) ad aiutarla ad aprire gli occhi davanti alla verità.

Purtroppo, spesso anch'essa è sopita, ferrata nella materialità, e bloccata a cogliere solo il tangibile: quindi il processo si blocca in quelle figure specchiate che diventano l'identità esterna del problema, dimenticando che sono parti proprie interne.

Così, accade che la voglia di viversi con una persona cara, quel desiderio profondo che nutre la nostra anima si consuma in troppi ragionamenti, in meandri oscuri di una ratio che crea difficoltà invece che aprirsi a soluzioni. La mente qui vede solo mostri ed orchi da combattere, non sa scorgere la luce. Non può percepirla finché non torna a guardare dentro di sé, oltre a scegliere di pilotare le proprie azioni in simbiosi con il Cuore. 

Ma più si cerca di contenere quella brama con sabotaggi interiori, più la stessa cresce e sale in superficie pretendendo i giusti riconoscimenti. 

Ecco! Nasce la frustrazione potente ed impulsiva: come una nube incolore ed inodore ti circonda; essa ti inebria senza che tu te ne renda conto; annebbia gli occhi e dimentichi i tuoi veri obiettivi; inizia a confonderti la mente; ti porta allo sbaraglio fino ad indurre discussioni con chi più ami, nella speranza di ottenere un contatto emotivo per via dell'illusione di essere distanti. 

Perciò diventa importante più che mai avere ben chiaro dentro di sé - prima ancora di reagire - i propri veri obiettivi, e se non ce li si ricorda è tempo di ritagliarsi un po' di spazio, tempo e calma per stare dentro di sé. Stacca la spina e respira: porta dentro di te nuova aria pulita che dissipa la nebbia creata dalla frustrazione.

Siamo pronti per capire che quell'amaro della frustrazione nasconde la dolcezza del Cuore?



martedì 2 novembre 2021

Il regno di Ereškigal

Attualmente ci troviamo in un periodo molto intenso che precipita sempre più verso il buio.

Lo possiamo leggere nelle foglie che cadono dai rami e nelle antiche festività come Sauin: entrambi ci parlano di lasciare andare il vecchio per far posto al nuovo. Lo possiamo vedere tra le stelle e i movimenti dei pianeti, i quali preannunciavano da mesi una forte energia psichica che chiede di essere finalmente riconosciuta. Ancora negli atteggiamenti della collettività, portata ad esprimere contrasti e frustrazione. 

Questo periodo è cambiamento: non lo si può fermare e cercare di opporre resistenza ci porta solo a faticare di più. Momento molto intenso delle nostre vite che ci chiede di scoperchiare i nostri personali Vasi di Pandora

Siamo chiamati a compiere il viaggio dell'eroe nel regno delle ombre, passando sette livelli di profondità e attraversando sette porte sempre più nudi, lasciando cadere le maschere, i ruoli e gli schemi a cui siamo aggrappati. Finché arriviamo al cospetto di Ereškigal dallo sguardo duro e schietto, che ci scaraventa nella nostra verità più intima, costretti a soffrire un po' per la morte di quelle parti di noi che non sono più funzionali a cui tanto siamo affezionati: sperimentiamo il dolore che sublima.

Solo nel momento in cui riconosciamo che quella divinità terribile è una parte di noi, solo quando le mostriamo ascolto e comprensione: quando davvero ci osserviamo nella bruttezza delle ferite e riusciamo comunque a darci Amore senza giudizio, vedremo i nostri doni e nuove prospettive impazienti di esprimersi.

Caro lettore, tu come ti senti? In quale punto di questo mio timido tentativo di analizzare quello che sento, ti riconosci?

A me sembra di essere in piena Odissea, nella quale sono spinta dai mari e dai venti ad affrontare tante avventure ed ostacoli. Forse anche troppi in un periodo così breve, che nella moderna quotidianità è davvero sfidante. Noto in questo periodo una forte componente emotiva, che viene subito opposta alla razionalità in un conflitto interiore tra i si deve e i non si può, o anche solo schemi di autoprotezione perché si teme di soffrire troppo. Ma è tutto talmente inconscio ed automatico, che in un batter d'occhio ci siamo ritrovati nel mezzo del nostro ciclone interiore senza capire quando e come ci siamo finiti. Ieri certamente eravamo così stabili, centrati e tranquilli; tenevamo le nostre emozioni perfettamente sotto controllo. Non invadevano la nostra routine e noi di certo non disturbavamo loro. Ma erano lì, piangenti e doloranti che volevano essere riconosciute; Ereškigal questo lo ha sempre saputo ed ora le ha liberate. 

Dunque, questi ostacoli percepiti fuori di noi, altro non sono che parti del nostro mondo interiore, le quali si specchiano fuori, come un grido al riconoscimento. Su che superfici si riflettono? Semplicemente nelle situazioni vissute e nelle persone incontrate quotidianamente: nei famigliari, negli amici, negli amanti e anche nella solitudine, in una canzone passata alla radio, in un'immagine folgorante. Tutto ciò che richiama a noi quelle emozioni, che tanto ci impegniamo ad ignorare. 

Meritano gratitudine sincera questi specchi, i quali ci permettono di riavvicinarci a quelle parti di noi rinnegate, che solo necessitano ascolto. E siamo chiamati ad incontrarci con esse per conoscere meglio la nostra verità ed evolverci in segno di Amore verso noi stessi, ossia l'Autostima che risiede nel cuore.

 E così infondo al vaso rimase la Speranza, di un giorno migliore, di essere migliore, di essere Amore per sè e di riflesso per gli altri.