cit.
Publio Virgilio Marone (
Bucoliche X, 69).
L'amore...ah, amore amore..
Tanto se ne parla, si festeggia, si scrive sui muri...
Ma tutte queste azioni con che scopo vengono intraprese? Per essere dimostrato?
Suona così nobile e cavalleresco... Peccato che i cavalieri basavano l'onore sul numero di cadaveri che lasciavano al proprio passaggio per un motivo sempre incentrato su lotte di potere.
Ebbene sì, la vedo così. L'Amore quello vero con la maiuscola, quello incondizionato e che fa sentire bene e in pace, non va dimostrato, non è una cosa materiale. Va sentito e vissuto. Punto.
Chi chiede dimostrazioni, purtroppo è caduto vittima di questa società odierna che ti vuole insicuro e influenzabile.
Chiedere prove materiali di un'energia pura ed eterea come l'amore, è come chiedere ad un pianista di tradurre le note che suona in un testo descrittivo con delle parole.
È assurdo perché c'è un limite naturale di base...sono due mondi differenti che comunicano con modi e logiche opposte, su livelli differenti dell'esperienza umana. Per la musica è risaputo e accettato comunemente... Nessuno infatti va chiedendo in giro di tradurre una musica in parole, sarebbe considerato anormale.
Eppure sull'amore ci abituano all'idea che sia normale chiederne delle evidenze materiche.
Lo trovo dissonante ed incoerente, voi no?
Prima di continuare col mio sproloquio sull'amore, prendo in prestito le riflessioni di Igor Sibaldi per analizzare il contesto etimologico delle parole Amore e Love.
Amare
sull'etimologia di questo verbo ci sono più teorie: il verbo amare risale alla radice indoeuropea ka da cui (c)amare cioè desiderare in maniera viscerale, che coincide con la parola sanscrita "kama" tradotta come desiderio, passione, attrazione. Inoltre, rimanendo in tema, c'è una somiglianza anche con il termine greco "mao" che significa desidero.
In latino il sentimento veniva ben distinto in due concetti: "amor" che indica un'attrazione esteriore, viscerale e materiale; "diligere" che presuppone un'attrazione mentale, razionale, spirituale, cioè scegliere, desiderare come risultato di una riflessione.
Love
deriva dall'inglese antico "lufu", connesso con l'antico germanico "luba"; il tutto si ricollega al latino libēre, originariamente lubēre e cioè dare piacere/fare contento.
Già questa differenza denota una base energetica sociale con cui cresciamo, un concetto subcosciente che ci plasma sin dal concepimento.
Ma non siamo mai condannati: condannato è chi sceglie di ignorare e deficere, chi non si permette di chiedere ed indagare. Solo acquisendo conoscenza siamo in grado di scegliere i nostri valori e il nostro percorso.
Dunque tornando all'amore - quello con la radice "liv-/lib-" - ci inoltriamo in quella che è la massima espressione di questa energia pura e creatrice.
L'amore non chiede, l'amore dà.
L'amore non si aspetta qualcosa, l'amore accetta ciò che arriva per quello che è senza porre dei limiti o richiedere requisiti.
L'amore non ha nulla da perdonare agli altri, perché sa che ciò che lo infastidisce è un riflesso di sé. Perciò perdona se stesso per la rabbia e i propri limiti, dandoti pace e tolleranza per l'avvenire, stimolando l'autostima.
L'amore non sente mancanze, quello è l'ego che ci dà indicazioni su bisogni e prefenze (per fortuna almeno sviluppiamo un po' di individualità per esprimere al meglio i talenti e colorare il mondo di diverse sfumature - se no che noia, tutto uguale).
L'amore non necessita fedeltà, non prova gelosia, non sente il bisogno di paragonarsi per darsi un valore. Il valore è un concetto così materiale, serve per dividere e selezionare; mentre come detto sopra, l'amore non distingue e accetta ogni cosa per quella che è nella sua particolarità, si dona ad essa senza aspettarsi nulla in cambio.
Vive nel rispetto della libertà di tutto e tutti.
Sicuramente non concepisce le offese né i contratti o la burocrazia: sono mondi ignoti, estranei e remoti per esso, ma non li rifiuta per questo anzi accetta di coesistere con loro.
L'amore è oltre l'ego, non chiede una fidelizzazione che imprigiona e limita. Possiede ali troppo grandi per essere legato e una compassione talmente pura incapace di prevalere sulla realizzazione altrui.
L'amore è libero e gratuito, senza prezzo perché non è valutabile; è immateriale, è spirituale.
L'amore incondizionato e disinteressato non costa a nessuno, non crea perdite nel bilancio né lacune energetiche perché è pura creazione attiva che si autoalimenta.
L'amore non fallisce perché non persegue guadagni.
L'amore non necessita di essere ricambiato, non ha bisogno di un sostegno per vivere: è lui la vita stessa. Ed è per questo che vince su tutto, e noi tendiamo ad esso come per una forza magnetica.
Ma per poterlo praticare, bisogna prima coltivarlo dentro di sé per sé.
Tu ti basti? Ti ami? Sei in grado di amare? Amare veramente nel rispetto delle scelte altrui senza aspettarti nulla, con libertà e gratuitamente?
"Sii tu il cambiamento che vuoi vendere nel mondo" cit. Gandhi.
# Riparto da me.