lunedì 12 settembre 2022

Il condizionato ego

Parliamo un po' del nostro amico Ego, e di come interagisce con i doveri di cui ci facciamo carico, vi va?

Questo nostro benedetto Ego, senza ironia perché è grazie ad esso che l'istinto di sopravvivenza riesce a funzionare. Certo lo additiamo sempre con l'onta del peccato e del demonio. Poveretto che nulla ha fatto oltre essere uno strumento a nostra disposizione: il trucco sta nell'usarlo e non farsi usare da esso. 

Ma ho parlato anche di doveri... E cosa c'entra l'ego che vediamo così incentrato sempre solo sui suoi bisogni, con impegni che spesso sono un peso e si fanno anche per il benessere altrui? 

Ebbene sì, vi entra in pieno e con entrambe gli scarponi (perché al momento me lo immagino come un adolescente ribelle con la felpa lunga scarponi slacciati un po' emotivo ma cerca di nasconderlo).

I doveri diciamocelo, ce li scegliamo noi perché tutto è sempre accettato se lo facciamo anche se ce ne lamentiamo. Abbiamo sempre la possibilità di rifiutare, se non lo facciamo avremo fatto i nostri calcoli sui costi conseguenti...e decidiamo che costa meno accettare probabilmente. 

Ma tutte queste responsabilità che accumuliamo come una collezione di figurine.. che effetto hanno? 

Certamente se lavoriamo sull'accettazione e la consapevolezza che è tutta farina del nostro sacco.. potremmo essere a buon punto e vivere con più equilibrio e meno frustrazioni. 

Ma non è così semplice vero? O meglio...semplice e lineare forse anche sì, ma non semplicistico... Inutile mentire tanto lo sappiamo tutti: rimbocchiamoci le maniche, olio di gomito...e tanta pazienza nei nostri confronti!

Ed ecco perché secondo me ne vale la pena.

Tutti questi impegni di cui ci carichiamo lo zaino ci pesano sulle spalle, irrigidiscono il collo, magari ci viene anche il mal di testa per quelle che ci preoccupano di più. Ci comprimono e fatichiamo a respirare, e senza un giusto respiro è facile perdere la centratura in noi. Da qui poi cadiamo rapidamente nella tana dell'ego e lo attiviamo. 

Per compensare questo peso, Ego cerca di convincersi che è indispensabile per questi doveri, e così anche noi ce ne convinciamo. Arriviamo al punto di dire che "non possiamo dire di no perché siamo noi la chiave indispensabile" di quel dovere, come se dovesse esplodere il mondo per esserci astenuti. 

Ma non finisce qui, perché una volta dato il timone in mano a Ego, si va proprio alla deriva se non lo si guida.


Quindi dopo esserci fissati che solo noi possiamo farlo e solo in un determinato momento e con cadenza ritmata, si attiva anche la necessità del feedback - indispensabile ad Ego per vivere felice. E così cerca risultati materiali: approvazioni, elogi e vedere la ricompensa del suo impegno. Ma questi faticano ad arrivare da soli, se non partono da noi e rassicuriamo Ego. 

(Ma come detto, abbiamo messo lui a guidare la nave e ce ne siamo andati a fare un pisolo sottocoperta.)

Non c'è da meravigliarsi se a questo punto Ego soccombe all'insicurezza e diventa molto impaziente: inizia a demandare a tutti dei risultati immediati, evidenze di successo. Più queste rallentano più ne chiede; e più ne chiede più rallentano. 

Quindi riassumendo: noi stiamo dormendo sottocoperta; ego è al timone ma nessuno lo guida, quindi in preda a paure ed insicurezze inizia a perdere il controllo della nave; nessuno interviene... Siamo destinati a schiantarci contro le rocce prima o poi se non togliamo questo pilota automatico fuori controllo. Se non interveniamo, finiremo solo ad allontanarci dal flusso, dalla sincronicità, dalla nostra anima e quindi dalla nostra realizzazione.

Infatti, in questo mare tempestoso non c'è spazio per l'autostima. Non ci sono le condizioni atmosferiche perché questa sia nutrita e cresca forte, perché per crescere deve appoggiarsi su una base solida: la centratura.

Responsabilità o ego? Dobbiamo osservare con quale atteggiamento scegliamo ogni giorno i nostri impegni.

Nessun commento:

Posta un commento