mercoledì 21 novembre 2012

Amore, tutto bruci.

Arde, arde dentro di me questa
rosa che tengo tra le dita incerta
col suo odore mi inebria, mi cattura;
mi avvicino e mi ferisce, ma la bacio
e sorrido con la carne bruciata.




Da una panchina





Ogni tanto mi piace fermarmi e sedermi sulla panchina e osservare il mondo con calma, 
vedere come cambia in fretta per quanto impercettibilmente; 
i colori, gli odori, le persone...tutte cose collegate tra loro e che senza il resto non hanno senso e pure io ne faccio parte, ma non mi spaventa..



lunedì 12 novembre 2012

навсегда и никогда эта бабочка и этот ворон 


Madama Perfezione

12/11/12 - review 03/09/21

Così elegante con il suo passo seducente si insinua nelle nostre menti sin dal primo impatto con la società:
ma chi è realmente questa donna che conquista tutti i cuori e le menti?
Perfezione è il suo nome, ma come un personaggio mitologico possiede due volti.
Il primo è un volto umano, più artificiale, pieno di viti, lastre di metalli preziosi,
filigrane e cristalli incastonati; l'altro è costituito di pura natura, profumi di fiori esotici,
colori vivaci e freschezza, istinto pullulante di vita.
I due volti sono in continua lotta fra loro. Sono due opposti, l'uno esclude l'altro.
Madama Perfezione è principalmente al centro dei discorsi artistici, e non solo.
Lei è la carismatica che cattura gli sguardi; tutti l'ambiscono e son soggiogati da lei. 

Ma chi può dire chi delle due sia la migliore? 

Quella perfezione artificiale calcolata e ricercata stuzzica le menti e muove i cuori a cercare di somigliarle. Le sue forme plastiche danno conforto all'occhio, piacere e desiderio. Come tutto possiede un rovescio della medaglia: provoca un senso di inadempienza, inadeguatezza e quindi una sfida ambiziosa a migliorarsi. 
Quella naturale, invece, spinge gli animi oltre i limiti.. ha quel selvaggio che ti pervade dentro e non comprendi: l'ignoto che tanto attira ed ispira. La sua imprevedibilità, il senso di irrepetibilità e la funzionalità di ciascun dettaglio danno speranza a chiunque di essere importante ed adeguato per ciò che si è. E la sua ombra è la folle illusione di essere giusti nella staticità senza dover cambiare mai. 

Dunque, qual è il vero volto di Perfezione? 

In età classica, secondo i canoni greci, essa rispondeva all'armonia del realistico. 
Mentre durante l'ellenismo, avvenne il bisogno di indagare le profondità delle istanze psichiche e così si ebbe che il bello fu l'istintivo ed emotivo riflesso dell'anima.
Ora siamo persi in quella corsa alla fotocopiatura, per cercare di somigliarci tutti, confonderci nella massa, per paura di restare soli. 

Crediamo davvero che tutta questa tensione ad apparire non si ripercuota sulle relazioni interpersonali? 
 Di qualsiasi genere siano queste ultime, se il nostro primo obiettivo è apparire, come possiamo instaurare solide e durature relazioni basate sull'autenticità?
Se abbiamo il coraggio di essere sinceri con noi stessi allora saremo costretti ad ammettere che non abbiamo vere relazioni perché sono relazioni tra maschere studiate ed impostate e nessuno in realtà ci conosce, perché noi per primi non conosciamo noi stessi sepolti da tonnellate di macerie di quei condizionamenti a cui tanto ci siamo attaccati.

Ad ogni modo siamo in un'esistenza piena di potenzialità, e ad ogni distruzione corrisponde un rinnovamento. 
Tutto parte da noi e dal peso che diamo al pensiero altrui su di noi e che noi soli attribuiamo con la nostra bilancia interiore, il peggior nemico e giudice che potremo mai avere... perciò se vuoi rinnovamento riparti da te, distruggi gli schemi e ricrea delle solide fondamenta su cui basare per prima la tua relazione con te. 

Tu sei perfetto nei tuoi difetti, altrimenti non saresti tu.

Chiunque tu sia e dovunque tu stia leggendo ti abbraccio, ti vedo e ti ringrazio.

giovedì 1 novembre 2012

La logica di Psiche

Capita spesso di litigare e non comprendersi con le persone a cui siamo più affezionati, perché con esse ci sentiamo più coinvolti. 
Principalmente può capitare che ci si senta colpevoli (qualsiasi sia il motivo) e per "sopravvivenza" della mente è come se non volessimo vedere e celassimo la nostra realtà interiore alla nostra stessa ragione:
rimane tutto ben nascosto nell'inconscio.
Ma questo "nascosto" ristagna dentro e se si trasforma in frustrazione ci spinge a sfogarci e riversare tutto sull'altra persona, per non ammettere che in realtà siamo in collera con noi stessi.
Potremmo dire che Psiche è molto ingenua per quanto furba e curiosa:
ha semplicemente paura di ammettere i propri errori perché è molto severa con se stessa, come un bambino che teme la reazione dei genitori nell'ammettere di aver rotto quel vaso molto prezioso; mentre è proprio quest'ammissione - per quanto sia una salita ripida - il modo più efficace per togliersi "il peso dal cuore" - e così arriviamo in cima in fretta e possiamo dedicarci con leggerezza di pensiero ad ammirare il panorama mozzafiato che ci circonda.
Questa via, purtroppo appare a Psiche sempre molto difficile, e preferisce nascondercela,
 perché - così da lontano - le sembra quello che può essere considerato un suicidio psichico.

"Non sei stato all'altezza" "Hai sbagliato" "Sei ben lontano dalla perfezione"
Il solito tormentone inconscio inculcatoci da una società in cui la perfezione è rappresentata da dei parametri prestabiliti da altri esseri umani: siamo sicuri di non essere perfetti?
Infondo "funzioniamo" secondo Natura e le sue regole son ben diverse:
è un equilibrato Costruens&Destruens - pregi&difetti, un buon dinamismo tra "opposti uguali".
(Ma questo argomento se sarà tempo e luogo, lo tratterò più avanti; non potevo evitare di citarlo poiché ogni cosa ha così tanti collegamenti, con milioni di altre cose che prenderla nel suo piccolo astraendola da questi è talmente riduttivo che la modifica, diventa una cosa completamente diversa dato che non si ha un quadro completo: cambiando punto di vista cambia il risultato.)

Ma torniamo alla nostra amica Psiche.
Ebbene non è una regola che alla base dei litigi ci sia un senso di colpa inconscio.
Capita anche che la causa di una discussione sia la preoccupazione per la persona con cui si discute;
se poi non ci riusciamo a spiegare e soprattutto non si comunica bene con l'inconscio si creano pasticci peggiori, com'è ovvio in un momento tanto delicato.

Con uno sconosciuto o un semplice conoscente è così facile evitare le discussioni, ma più i sentimenti crescono cresce il rischio: è una prova di maturità.
Una volta compreso e superato l'ostacolo ce ne sarà un'altro, ma non è per frenare quanto per verificare fin dove arrivano le nostre forze e volontà, e non ce n'è mai una che realmente ci distrugga; se capita è solo apparenza, poiché bisogna saper guardare poco più a fondo per capire gli errori e ritentare.
Non sono gli esami dove un'autorità più alta ci giudica - sinceramente poco importa agli altri di una cosa così personale e che puoi conoscere tu nel tuo profondo e solo coloro a cui lo dici.
Non è altro che una verifica di autovalutazione, e sono delle prove di evoluzione che in un certo senso direi che noi stessi ricerchiamo.
Se facciamo un corso di cake design, o qualsiasi altro corso,
partiremo dalle basi dalle cose più semplici e piccole per poi arrivare alle più grandi ed infine ridurremo i tempi: "l'esercizio fa il maestro" mi pare un proverbio veramente appropriato.
Non è del tutto giusto dire che un corso svolto a livelli diversi di difficoltà è una razionalizzazione di metodo a base sociale; anzi direi che la razionalizzazione sociale si è basata,
seppur involontariamente, su questo modo istintivo e non controllato razionalmente dell'uomo di ricercare le sfide per evolversi e svilupparsi, la sete di conoscenza (oltre che di potere spesso - infondo in termini di Natura siamo "animali da branco" che per definizione prevede un Alfa, se poi, nel caso umano
sia dittatoriale (o meno) bisogna considerare anche la società e l'etica umana, che non tratterò ora).
Come si intraprende il percorso per diventare pasticcere, così questo è un percorso per giungere alla fonte della Saggezza.

Un metodo per contenere questi spiacevoli dialoghi infervorati,
potrebbe essere il grande sforzo di controllare i sentimenti;
questo che intendo non è un controllo oppressivo delle emozioni, tutt'altro, è un controllo "libertino":
vivere a fondo le emozioni ma imparare anche ad astrarre (per quanto umanamente possibile) da esse, dunque ragionare con "freddezza" mentale e il coraggio di ammettere come prima cosa i propri errori, seconda cosa chiedersi "cosa posso fare IO?" e continuare a provare tutte le emozioni ma sapendole indirizzare in modo da ottenere profitti, i quali possono essere innanzi tutto la pace interiore, la comprensione e la soluzione del problema con l'altra parte.
Penso che l'oppressione dei sentimenti sia più negativa, perché è molto simile ad un negare l'evidenza,
negare la propria natura e tentare di "automatizzarla";
il cercare di assopire sentimenti e non provarne è un disperato grido di dolore,
poiché non si riesce a comprendere a fondo questa sofferenza che pare insostenibile senza uno scopo.
Il più delle volte un obbiettivo ce l'ha, ma è molto ben nascosto.
Volenti o nolenti abbiamo bisogno di avere fede in qualcosa perché sono fatte così Psiche e Ragione umane.
Ma non credo che avere fede sia un punto debole, dobbiamo solo accettare che non avremo mai conferme e che al di là che sia la verità o un'illusione, ci aiuta e dà forza...e come ho già sostenuto precedentemente "Siamo sempre al centro di un'illusione ottica, o mentale che sia; ciò non significa che non sia reale".
La vita è un gioco di punti di vista, esisterà molto probabilmente una verità assoluta
ma non potremo mai scoprirla interamente, solo a pezzetti o avvicinarci.
Quindi l'unica realtà che possiamo conoscere è una realtà incoerente,
perché altro non è che l'insieme dei punti di vista di tutti i viventi,
ma una prospettiva effettivamente non è inesistente anche se è un'illusione di qualcuno;
infondo ciascuno di noi ha la sua illusione, che è il suo punto di vista e nel contempo è anche la sua verità,
 per quanto questa a confronto con quella di un'altro risulterebbe incoerente se non opposta.
Quindi dire che un'illusione sia l'opposto di realtà credo sia scorretto almeno "nell'ottica" di Psiche.

In conclusione aggiungerei solo che Psiche ha una sua logica, che è opposta se non semplicemente differente a quella della Ragione; non si può razionalizzare Psiche usando altri parametri se non il "metro di logica" proprio di lei, poiché se usassimo un approccio "razionalizzante" ci ritroveremmo con un calderone pieno di poltiglia di nonsense, e resterebbe tutto in un sospeso assurdo.